_volume fotografico per EDUCatt/Litografia Solari
"Passaggio in Ladakh" è un volume fotografico sognato, concepito e realizzato da different.photography, pubblicato dallo Studio Editoriale EDUCatt e stampato con cura da Litografia Solari srl.
Le immagini raccolte dagli autori Andrea Aschedamini e Cristina Locatelli durante il loro ultimo viaggio nel nord dell'India, sono accompagnate dall'esclusiva ricerca antropologica curata dalla professoressa Giovanna Salvioni, che racconta di civiltà, nomadismo e spiritualità della regione del Rupshu.
Il volume di formato 23x16,5 cm, tecnicamente è composto da 144 pagine oltre la copertina; stampa 4/4 colori offset; carta Fedrigoni TATAMI extra white per l'interno e copertina, Fedrigoni MATERICA kraft per la sovra-copertina, impreziosita dal nodo infinito sbalzato a secco; rilegato a filorefe.
Un oggetto sensoriale, certamente da guardare, ma anche da toccare e gustare con tutti i sensi, come viatico per un nuovo viaggio.
Dalla prefazione di Giovanna Salvioni, docente di Antropologia Culturale nella facoltà di Scienze della Formazione dell'Università Cattolica:
«Il viaggio per catturare immagini risulta in realtà un’occasione per ritrovare l’immagine di se stessi nelle immagini degli altri; è un confronto con una natura stupendamente destabilizzante nella sua grandiosità; è un ascolto delle mille e mille voci presenti nel vento dei silenziosi altipiani che si interrogano sulla natura profonda dell’uomo e delle cose, e raccontano di dei, di anima, di preghiera, di meditazione. Ed è effettivo che gli autori, viaggiatori instancabili, un piede dopo l’altro a confronto con la natura, con se stessi e con i propri limiti, siano tornati da questo cammino avventuroso, solitario e popolato di volti nuovi ed essenziali, con gli occhi illuminati dalla fatica, un po’ diversi da come erano alla partenza».
“intorno alla terra nuova/viaggio circolare” è un progetto che racconta un viaggio intrapreso con lo spirito della scoperta, verso un continente nuovo e un mondo lontano, come sa esserlo ancora oggi la terra se la si guarda con gli occhi della meraviglia: ne escono sensazioni e immagini riprese da un obiettivo fotografico (quello degli iphone 4 e 5 dei viaggiatori) alla portata di tutti, particolari e viste d’insieme che cercano di raccontare il punto di vista, le letture e soprattutto il sentire di un fotografo -- o, come si autodefinisce, un foto/litografo -- e una graphic designer, insieme alla ricerca di quel ‘qualcosa oltre’ che non è figlio dell’irrequietezza ma piuttosto della voglia di assorbire le sensazioni forti che la Terra del ghiaccio, con i suoi contrasti, le sue correnti, i suoi abitanti, le sue luci e le sue ombre, riesce ad offrire a quanti vogliano tentare la quête.
Con loro, concettualmente, hanno viaggiato anche i libri degli autori citati nel testo, gente che per lo più, con poche eccezioni, ha avuto a che fare con le terre del nord e con l’Islanda, e che tra le pagine formano una piccola antologia di sensazioni che riferisce e sottolinea le suggestioni di vista, cui ciascuno può sostituire le proprie: perché, come ricorda il compilatore nella dedica ai viaggiatori, «siamo gli uni per gli altri dei pellegrini che, per strade diverse, cercano con fatica di arrivare all’appuntamento fissato».
immagini riprese con iPhone 4 e iPhone 5
finito di stampare nel mese di dicembre 2013 su carta uso mano ON OFFSET fsc presso la Litografia Solari srl di Peschiera Borromeo (MI) - printed in Italy
formato 15x15 cm, stampa 4+4+vernice offset, 192 pagine+copertina, brossura filorefe
ISBN 9788897657033
concept: Cristina Locatelli e Andrea Aschedamini
© immagini: different.photography
© testi: Daniele Clarizia
_calendario Litografia Solari anno 2013
_formato 38x68 cm
_stampa 4+0+vernice offset
_14 fogli confezionati con spirale metallica
_finito di stampare nel mese di dicembre 2013 su carta Fedrigoni Splendore extrawhite
Queste immagini raccontano un viaggio e orizzonti aperti su una strada mitica, verso una fine che pare sporgersi sempre oltre, dopo la curva, e un po’ più in là. Lo sguardo del fotografo, a fuoco fisso per scelta più simile all’occhio, s’allarga anche quando la bruma nasconde i fumaioli che s’arrampicano al cielo, verso le gru guardinghe. C’è sempre un orizzonte «altro» in questa provincia americana fatta di cose semplici e di spazi larghi, di respiro e d’acqua, di panni stesi e di asfalto che sfrigola sotto le gomme, con la colonna sonora che l’accompagna fino all’oceano, «là dove si caccia l’orso». Nei fiumi che sembrano mari di città le barche tendono un fiocco rosso, orgogliose come se fossero in gara, e i boschi ci riportano ai primi giorni, quando tutto è nato, dove le mappe – ancora oggi – finiscono, dove nomi indiani narrano, in francese, la meraviglia di un paesaggio nuovo, quasi inabitato, in cui l’uomo che passa e che corre può ancora immergersi al di là dei divieti, sostare un attimo, perdersi e ritrovarsi ancora, sull’onda lunga di una baia immensa, mare e foresta insieme. «Così in America quando il sole va giù, io siedo sul vecchio diroccato molo del fiume a guardare i lunghi, lunghissimi cieli sopra il New Jersey e avverto tutta quella terra nuda […] e tutta quella strada che va, tutta la gente che sogna nell’immensità di essa, e so che […] la stella della sera deve star tramontando e spargendo il suo fioco scintillio sulla prateria, proprio prima dell’arrivo della notte che benedice la terra, oscura i fiumi, avvolge i picchi e rimbocca le ultime spiagge».
immagini riprese con fotocamera Canon EOS 5D mkII, lente Canon EF 50 mm f:1.4
finito di stampare nel mese di dicembre 2012 su carta Fedrigoni Splendorgel extrawhite fsc presso la Litografia Solari srl di Peschiera Borromeo (MI) - printed in Italy
concept: Cristina Locatelli e Andrea Aschedamini
© immagini: Andrea Aschedamini e Cristina Locatelli
© testi: Daniele Clarizia
_volume fotografico
_formato 17x21 cm
_stampa bianco&nero con tecnologia CANON DIGITALE
_58 pagine+copertina confezionate in brossura fresata
_finito di stampare nel mese di luglio 2014 su carta uso mano ON OFFSET fsc
_allestimento mostra
_formato 80x120 cm
_stampa bianco&nero con tecnologia HP
_12 fogli montati su lastre di alluminio
L'occhio del fotografo è una scelta. Io scatto e affido a un solo occhio l'ultimo istante prima del clic. Pare una cosa scontata, ma non lo è. Se gli occhi sono lo specchio dell'anima (e lo sono), scattare una fotografia – una "somiglianza" – significa chiedere all'anima di mettersi in una posizione speculare rispetto all'ambiente nel quale si è immersi. In altre parole, per un istante ciò che è dentro di noi diventa il fuori e ciò che è fuori diventa la nostra interiorità. Vi pare poco? Mentre ciò accade il corpo si regge: ma lo farà più sulla gamba destra o quella sinistra? E i muscoli del collo, come sono, tesi o rilassati? Che tensione trasmetteremo a questa transumanza invisibile tra l'orizzonte esterno e quello interno? Mano destra o mano sinistra? Fotografare significa fare scelte che l'istinto affida all'esperienza. Alla Vita Vissuta. Come il montaggio nel cinema, dove la narrativa non è la sceneggiatura, ma come la storia viene raccontata dalle riprese – "somiglianze" – con un'idea. Linee di confine è l'idea delle terre alte, una narrativa asciutta, diretta, in bianco e nero, dove il tempo di esposizione diventa spazio di ammirazione dell'occhio. E vale la pena soffermarsi sulla relazione tra il corpo-anima e lo spirito del sito che ci accoglie: il luogo dove, presa tra le mani la macchina fotografica, scatteremo una foto. Il genius loci delle terre alte è molto elusivo e i due fotografi lassù si muovono con entusiasmo alla sua ricerca.
Andrea e Claudio sono due viandanti e cercano tutto ciò che è iscritto nel codice immutabile del regno fisico, come nelle immagini di Aschedamini, e in quello per noi più comprensibile, quello degli umani, come nelle fotografia di Carminati. La verità è che il segreto di cui vanno in cerca è la sottile linea che segna l'orizzonte: la stessa linea che divide il corpo umano - l'agente attivo dell'azione di fotografare - dal sentire, dal percepire, dal mondo psichico e dal sogno che rappresenta un orizzonte in continuo mutamento.
Se osservo l'algida montagna imbiancata dal ghiacciaio, io vedo anche le mani dell'uomo occupate da un oggetto. In quelle mani c'è tutta l'eternità effimera delle forme viventi; in quella grande montagna c'è tutta l'eternità effimera del regno delle terre alte, che lentamente, in milioni di anni, diverranno sabbia come noi diveniamo polvere. La sottile linea è l'orizzonte: il luogo verso il quale ci muoviamo come dentro un oceano senza fine, lungo rotte imprevedibili generate dal codice della Terra e delle sue creature. Al nostro passaggio la traccia scompare, ma la rotta sarà un orizzonte possibile. Una testimonianza della nostra visione che attraverso la memoria dell'istante si proietta lassù, dove il tempo diventa spazio. Tra le Linee di confine.
Davide Sapienza
concept: different.photography
prefazione: Davide Sapienza
ricerca antologica: Daniele Clarizia
© immagini: Andrea Aschedamini e Claudio Carminati
_calendario anno 2005 per Studio AstoriDePonti/Litografia Solari
Il progetto nasce dalla volontà di documentare e sperimentare le valenze estetiche dei colori e degli strumenti in generale connessi con i processi stampa di tipo off-set. La collaborazione con l’amico architetto Nicola De Ponti e le immagini di questo progetto danno vita ad un calendario di grande formato presentato nello storico studio di design e architettura milanese Astori De Ponti. Nell'autunno del 2005 il progetto viene pubblicato sul numero # 335 di “Immagini Fotopratica”, storica rivista di fotografia.
_volume fotografico per LUBRINA Editore
Da alcuni anni Aschedamini e Sapienza girano insieme le Prealpi Orobie e particolarmente la zona di appartenenza del loro immaginario: la Presolana e le zone di confine rivolte alle Alpi. E qui, si sono conosciuti. Un giorno, proprio su queste frontiere immaginate dagli uomini, durante una magica escursione nel parco Adamello, i due vedono l’OroVia. Pensano alle loro montagne e nasce l’idea di prendere nota, a mano, con i taccuini di Davide, e, nella visione, con gli scatti di Andrea.
Dedicare un libro alle Orobie, per loro, da subito è stato un atto d’amore: come dire, noi vi vediamo così, condividiamolo con chi le ama e cerca un’angolazione diversa per penetrare il loro segreto, almeno per l’attimo dell’immagine e del racconto che le terre alte narrano ai camminatori dei sentieri e delle cime. Ecco perché il gioco di parole tra “Orobie” e “Orovie”: le OroVie sono i sentieri del cuore di una geografia rinnovata e innocente, creata da un ciclo di stagioni che partono in Inverno e che conducono gli autori verso un luogo dove “non c’è la direzione giusta”.
Come due esploratori, gli autori invitano il lettore a seguirli nella spedizione orobica: per questo il libro è un diario speciale, un taccuino fresco di viaggio e che sa di Bellezza appena munta - non ancora filtrata. Sono la meraviglia e lo stupore che nascono camminando per montagne e sentieri, per celebrare la ricchezza della Terra, la presenza delle creature terrestri e le zone selvagge.
Le OroVie non esibisce bensì invita, non impone ma stimola a partire per scoprire luoghi meravigliosi magari meno celebrati di quelli più famosi delle Alpi: ma che questa spedizione, sembra di capire, ci suggerisce essere ancora tutti da scoprire.
finito di stampare nel mese di ottobre 2011 su carta Gardamatt Art presso la Litografia Solari srl di Peschiera Borromeo (MI) per i tipi della Lubrina Editore (BG) - printed in Italy
formato 14x21 cm, stampa 4+4+vernice offset, 80 pagine+copertina, brossura filorefe con alette
Lubrina Editore - via Cesare Correnti, 50 - 20124 Bergamo - www.lubrina.it
ISBN 978 88 7766 434 1
concept: Andrea Aschedamini e Ornella Bramani
© immagini: Andrea Aschedamini
© testi: Davide Sapienza
CRISTINA DONÀ _ COSÌ.VICINI
_fotografia, concept, impaginazione: different.photography
Dal primo contatto con Gianni Cicchi, manager di Cristina Donà, alla consegna dei file esecutivi per la stampa, sono passati circa tre mesi. E nel mezzo il lavoro concettuale, fotografico e di impaginazione che ha portato alla realizzazione degli scatti fotografici, del digipack e del libretto per il CD, del packaging per il vinile e del poster per il tour di Cristina. Tutto ciò e stato MOLTO impegnativo ed altrettanto gratificante.
La prima telefonata con Gianni è stata "intensa", come del resto "intenso" è stato anche tutto il percorso creativo che ha portato alla realizzazione del progetto. Subito allineati sul concetto di fondo da seguire, cioè l'intimità profonda dell'autrice con Madre Terra e l'osservazione "da vicino" delle cose che ci circondano e, soprattutto delle persone: cercare un "punto di contatto" tra la Terra e Cristina.
Tra le varie idee proposte per la copertina del CD, che poi è il cuore dell'intero progetto, quella che più ci ha convinto è stata quella di fermare in uno scatto il cammino dell'autrice in un luogo silenzioso, intimo e naturale. Quale posto migliore di Falecchio, bosco ai piedi della Presolana, che Cristina "cammina" spesso e che considera casa sua, visto che può raggiungerlo a piedi partendo dalla sua abitazione? E così, nella meravigliosa luce naturale di giugno, abbiamo scattato tutte le immagini che sono diventate il cuore dell'intero progetto.
Il concept fotografico è stato così traslato anche nella realizzazione grafica. Le immagini sono state filtrate nelle tonalità naturali del bosco, in modo intimo e delicato. Partendo dai dettagli, da vicino, per poi ampliare la vista e rilanciare il pensiero verso l'osservazione più ampia delle cose. "Così vicini" ma mai arrivati in un naturale movimento. Il dettaglio del passo di Cristina è stato sovrapposto ad un elemento grafico, il "CV" disegnato dalla cantautrice e texturizzato da noi. La "C" e la "V", iniziali del titolo del disco, sono unite, diventano simbolo per indicare due entità vicine ma NON sovrapposte. Così dovrebbe essere, secondo Cristina, il rapporto tra due persone (ma anche tra uomo e paesaggio): riuscire a vivere "separatamente" ma in "unione", in armonia.
Per completare la copertina abbiamo scelto di scrivere il titolo dell'album con una font morbida, tonda, senza spigoli acuti. Ed è stato così anche per gli altri "oggetti" creati, in modo che, ancora prima dell'ascolto, ci si possa immergere nel mondo tattile, profondo, naturale e intenso cantato dall'autrice.